Ecogen Impianti progetta e realizza impianti di riscaldamento e di raffrescamento, utilizzando materiali di ottima qualità.
Il nostro team di ingegneri, dopo un’accurata diagnosi energetica dell’edificio, individuerà il sistema migliore in termini di efficienza energetica, tenendo conto del budget ed delle esigenze di comfort del cliente.

Sottosistema di generazione

Come prescritto dai “Requisiti minimi”, riportati nel D.M. 26/06/2015, per quanto riguarda il sottosistema di generazione in impianti residenziali, la diagnosi energetica deve considerare almeno le seguenti opzioni:

Si valuterà la possibilità di utilizzare anche:

  • caldaia a biomassa, quale legno, pellet, cippato o altri tipi di biomassa utilizzabili con caldaie policombustibili, vai alla sezione;
  • condizionatori di tipo “split” in pompa di calore (“aria-aria”), vai alla sezione.

Diverse tipologie di generatori possono essere utilizzate nello stesso impianto, per usufruire il più possibile di energia rinnovabile e per massimizzare l’efficienza energetica del sistema ed il relativo risparmio in bolletta.

Ad esempio, una pompa di calore elettrica può essere abbinata ad un impianto solare termico e ad una caldaia a condensazione o a biomassa. In un caso del genere, i tre generatori scambiano energia all’interno di uno stesso accumulo termico (boiler), tramite scambiatori (a piastre o a serpentino) o immettendo direttamente il fluido caldo nel boiler. L’acqua sanitaria può essere prelevata direttamente dal boiler (in tal caso deve essere sottoposta a periodici cicli di riscaldamento per esser resa idonea dal punto di vista igienico) oppure può essere prodotta istantaneamente per mezzo di appositi scambiatori che prelevano energia termica dal boiler (in quest’ultimo caso lo stesso costituisce un “accumulo di acqua tecnica”).

Le tipologie di generatore, sopra indicate come pompa di calore “aria-acqua”, solare termico e cogenerazione, sono trattate in sezioni dedicate del sito.

In questa sezione si tratterà della caldaia a condensazione, della caldaia a biomassa e dei condizionatori “split”.

Caldaie a condensazione

Una caldaia a condensazione riesce a sfruttare il calore latente del vapore contenuto nei fumi di scarico della combustione: il vapore, condensando, libera una quantità di energia che può essere trasferita all’acqua.

Il fenomeno della condensazione viene sfruttato per aumentare l’efficienza della combustione, e quindi il rendimento del generatore. Mentre i rendimenti delle caldaie tradizionali sono sempre inferiori al 100%, le caldaie a condensazione possono raggiungere rendimenti fino al 109%. Tali valori, che in apparenza potrebbero apparire privi di significato fisico, sono possibili poiché nella definizione di rendimento si considera il cosiddetto PCI, ovvero il Potere Calorifico Inferiore del combustibile, definito come l’energia che il combustibile può liberare attraverso la combustione, al netto del calore latente di condensazione. La condensazione, a differenza delle caldaie tradizionali nelle quali deve essere assolutamente evitata, non provoca danni nelle caldaie a condensazione, grazie all’utilizzo di idonei materiali costruttivi e di alcuni accorgimenti tecnici.

Per quanto riguarda lo scarico dei fumi di caldaie, dal 31 Agosto 2013, qualsiasi tipologia di installazione, nuova o mera sostituzione, ha il vincolo di dover condurre al tetto i fumi della combustione, mediante camini, canne fumarie, condotti di scarico. A tale vincolo è possibile derogare in sei casi, previsti dalla L. n. 90 del 3/8/2013 e dal D.Lgs. n. 102/2014.

Per quanto riguarda lo scarico della condensa, le caldaie a condensazione possono essere dotate di un sistema di scarico integrato con sifone (per evitare il rischio di transito dei fumi alla tubazione di scarico), che è obbligatorio nel caso in cui la condensa venga convogliata in condutture metalliche. Per potenze superiori a 100 kW, è obbligatorio utilizzare anche un neutralizzatore di condensa, cioè un apparecchio in grado di ridurre l’acidità della condensa ed i conseguenti fenomeni di corrosione.

Sulla tubazione di ritorno del riscaldamento, è inoltre opportuno installare un defangatore magnetico, utile per catturare i depositi metallici che si producono nel circuito chiuso dell’impianto. Tale depositi potrebbero altrimenti intasare il serpentino degli scambiatori, che nelle caldaie a condensazione hanno sezioni di passaggio molto più strette rispetto alle caldaie tradizionali.

 

Ecogen Impianti progetta e installa impianti termici con caldaie a condensazione delle migliori marche, fra le quali Vaillant, Junkers, Baxi, Viessmann, Ariston, Fondital ed altre: contattaci per un preventivo gratuito

Detrazione fiscale

La sostituzione del generatore con una caldaia a condensazione può beneficiare di una detrazione fiscale nella misura del 50%, in relazione alle spese sostenute fra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2018, purché la caldaia abbia un’efficienza media stagionale almeno pari a quella necessaria per appartenere alla classe A di prodotto, prevista dal regolamento UE n. 811/2013.

In alternativa, la sostituzione del generatore con una caldaia a condensazione può beneficiare di una detrazione fiscale nella misura del 65%, se la caldaia, oltre ad essere in classe A, è dotata di un sistema di termoregolazione evoluto, appartenente ad una fra le classi V o VI o VIII, riportate nella comunicazione della Commissione 2014/C 207/02. In tal caso, è necessario quindi prevedere almeno un termostato modulante, in grado cioè di modulare la temperatura di mandata in funzione della differenza fra la temperatura di set-point e la temperatura ambiente (Classe V). Opzionalmente, nel regolare la temperatura di mandata, il termostato può tener conto anche della temperatura esterna (classe VI), con una compensazione climatica, oppure delle temperature ambiente misurate in più locali, attraverso almeno due sonde ambiente (classe VIII). La detrazione del 65% si può ottenere compilando una pratica sul portale ENEA.

La detrazione, in entrambi i casi, è usufruibile in 10 quote annuali di pari importo.

Maggiori informazioni sulla detrazione fiscale sono reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate al seguente link.

Conto Termico

Le caldaie a condensazione, solo per amministrazioni pubbliche e purché abbiano un rendimento termico utile maggiore o uguale a 93 + 2 ∙ log Pn (1), possono beneficiare,  del contributo in “Conto Termico”, erogato dal GSE per un periodo di 5 anni.  Ad esempio, una caldaia a condensazione di potenza al focolare di 35 kWt può ricevere un contributo pari al 40% del costo totale dell’intervento, con un valore massimo dell’incentivo pari a 2.240 euro. Per una caldaia a condensazione di potenza al focolare 500 kWt, invece, l’incentivo massimo è pari a 26.000 euro.

Maggiori informazioni sul Conto Termico sono reperibili sul sito del GSE al seguente link.

1 Rendimento misurato secondo le norme UNI EN 15502. Log Pn  è il logaritmo in base 10 della potenza nominale del generatore, espressa in kWt. Per valori maggiori di 400 kWt, si applica il limite massimo corrispondente a 400 kWt.

Approfondimento: scarico fumi

Dal 31 Agosto 2013, qualsiasi tipologia di installazione, nuova o mera sostituzione, ha il vincolo di dover condurre al tetto i fumi della combustione, mediante camini, canne fumarie, condotti di scarico. A tale vincolo è possibile derogare nei seguenti sei casi, i primi quattro previsti dalla L. n. 90 del 3/8/2013, gli ultimi due dal D.Lgs. n. 102/2014:

  • sostituzione di una caldaia, di qualsiasi tipo, che già scaricava a parete;
  • sostituzione di una caldaia a camera aperta, a tiraggio naturale, che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale;
  • installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela;
  • impossibilità tecnica di andare a tetto con lo scarico fumi, asseverata da un professionista abilitato;
  • installazione di apparecchi a condensazione, nell’ambito di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in stabili plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non dispongano già di camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili alla applicazione dei suddetti generatori;
  • installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di specifica certificazione di prodotto.

Nei casi di cui ai numeri 1) e 2), vanno installati generatori di calore a gas a camera stagna il cui rendimento sia superiore a quello previsto dal D.P.R. 2 aprile 2009 n. 59, art. 4, comma 6, lettera a) (90 + 2 log Pn).

nei casi di cui ai numeri 3), 4), 5) ed 6), si possono installare generatori di calore a gas a condensazione i cui prodotti della combustione abbiano emissioni di ossidi di azoto (NOx) non superiori a 70 mg/kWh (Classe 5).

 

Inoltre, poiché le caldaie a condensazione sono a tiraggio forzato, sono cioè dotate di un ventilatore per l’espulsione dei fumi, non possono scaricare nelle canne collettive ramificate (CCR), funzionanti in depressione, cioè quelle utilizzate per caldaie a tiraggio naturale (le cosiddette caldaie “a camera aperta”). In tali casi, è espressamente previsto di poter sostituire una caldaia a camera aperta con una dello stesso tipo.

Volendo sostituire la caldaia a camera aperta con una caldaia a condensazione, si può scaricare a parete grazie alla suddetta deroga, caso 2).

In alternativa, la CCR deve essere convertita in canna collettiva (CC), con funzionamento in pressione e ad umido, per resistere alle condense acide; inoltre, tutte le caldaie allacciate alla stessa canna devono essere sostituite con caldaie a condensazione o comunque a tiraggio forzato.

A tal proposito si osserva che, a partire dal 26 settembre 2015, a causa della Direttiva Europea 2005/32/CE, denominata “Eco-Design” le caldaie a tiraggio forzato non a condensazione non possono essere più prodotte, pertanto oggi è quasi impossibile trovarle ancora sul mercato.

In presenza di una canna collettiva (CC) non ramificata, nella quale scaricano caldaie a tiraggio forzato (di tipo C) non a condensazione, fino all’1 dicembre 2015 (data di pubblicazione della UNI 7129/2015), non era possibile allacciare apparecchi a condensazione, in quanto tali diverse tipologie di generatori non rientrano nella definizione di “apparecchi similari” della UNI 7129/2008. Con la pubblicazione della UNI 7129/2015, nel caso di canne collettive esistenti, è stata introdotta in deroga la possibilità di sostituire un apparecchio a tiraggio forzato convenzionale con uno a condensazione, solo in presenza di verifica dimensionale secondo la UNI EN 13384-2 e la UNI 10641.

Tale verifica deve prevedere la possibilità di sostituire tutti gli apparecchi collegati con apparecchi a condensazione (anche in momenti diversi) e garantisca la funzionalità in ogni condizione.

Inoltre, prima della verifica dimensionale devono essere verificate le altre caratteristiche essenziali per garantire la compatibilità tra la canna collettiva e i nuovi apparecchi, ad esempio il corretto funzionamento ad umido della canna collettiva.

Tale soluzione è comunque di difficile applicabilità per i seguenti motivi:

  • serve una relazione/progetto di un progettista che deve considerare le caratteristiche della canna fumaria esistente, spesso non note con certezza, e dei diversi generatori;
  • la successiva dichiarazione di conformità dovrà essere redatta dall’installatore, dichiarando la compatibilità anche della canna fumaria nella nuova situazione, con tutte le prove funzionali e di tenuta della stessa, a garanzia della sicurezza.

Per quanto riguarda lo scarico dei fumi, Ecogen Impianti, oltre all’installazione di qualsiasi tipologia di canna fumaria, può offrire i seguenti servizi:

  • perizia asseverata di impossibilità tecnica di scarico a tetto, caso d) di cui all’elenco dei sei casi di deroga sopra riportato;
  • analisi di compatibilità di caldaie a condensazione con canne fumarie esistenti, siano esse collettive ramificate e dimensionate in base alla UNI 10460 o collettive per apparecchi a tiraggio forzato di tipo C, dimensionati in base alla UNI
  • progetto di canne fumarie collettive ramificate in conformità alla norma UNI 10640:1997 – “Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B a tiraggio naturale. Progettazione e verifica”;
  • progetto di canne fumarie collettive per caldaie a condensazione in conformità alla norma UNI EN 13384-2:2009 “Camini – Metodi di calcolo termico e fluido dinamico – Parte 2: Camini asserviti a più apparecchi di riscaldamento”.

Infine, si ricorda che nei casi di scarico fumi a parete, i terminali dovranno essere posizionati nell’osservanza delle distanze di rispetto previste dalla norma UNI 7129/2015.

Approfondimento: caldaia a condensazione e radiatori

La temperatura di scarico dei fumi è determinata, oltre che dalle caratteristiche costruttive della caldaia, soprattutto dalla temperatura di ritorno dell’acqua in caldaia. Più bassa è tale temperatura (entro certi limiti), maggiore è il fenomeno della condensazione e quindi il rendimento del generatore. Per questo motivo, il rendimento del generatore è legato anche al tipo di terminali di emissione dell’impianto, in funzione della loro temperatura di lavoro:

  • gli impianti radianti lavorano con basse temperature di mandata/ritorno pari a circa 40/25 °C, pertanto la condensazione viene sfruttata appieno;
  • i ventilconvettori (fancoils) lavorano con temperature di mandata/ritorno pari a circa 50/40 °C, consentendo comunque un ottimo sfruttamento della condensazione;
  • i radiatori tradizionali, in particolare se dimensionati alcuni decenni fa e con termoregolazione a punto fisso, lavorano con alte temperature di mandata/ritorno pari a circa 80/60 °C; con tali temperature la condensazione non può avvenire, pertanto il rendimento di una caldaia a condensazione in questo caso è inferiore al 100%.

Nonostante ciò, è senz’altro possibile sfruttare bene la condensazione anche con radiatori. Ciò si può fare in due modi:

  • scegliendo radiatori di dimensioni maggiori, in modo da poter progettare il punto di lavoro dell’impianto con temperature di mandata/ritorno di progetto intorno a 70/50 °C; una temperatura di ritorno di 50 °C consente di ottenere una buona condensazione;
  • utilizzando una centralina climatica, che regola la temperatura di mandata in funzione della temperatura esterna. All’aumentare della temperatura esterna, infatti, ci si allontana dalle condizioni di progetto (temperatura minima stagionale), pertanto la potenza termica necessaria per il riscaldamento diminuisce. Ad esempio, a Roma, con temperatura esterna di 10 °C è sufficiente la metà della potenza necessaria in condizioni di temperatura di progetto pari a 0 °C. Temperature esterne vicine a quella di progetto si verificano, generalmente, per non più di due settimane in tutta la stagione invernale e nelle fasce orarie più fredde (di notte e di mattina presto, quando solitamente l’impianto è spento). In tutte le altre condizioni è quindi possibile lavorare con ΔT più bassi, anche di 15 °C, lavorando con temperature di mandata/ritorno di 55/35 °C (valori simili alle temperature di lavoro dei fancoils), aumentando così la condensazione e quindi il rendimento dell’impianto.
Caldaia a biomassa

La caldaia a biomassa, a differenza della caldaia a condensazione alimentata a gas metano (combustibile gassoso) o a GPL (combustibile liquido), è alimentata con combustibile solido. Secondo la direttiva dell’Unione Europea, 2009/28/CE, per biomassa si intende “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.

La biomassa rappresenta una fonte energetica rinnovabile, in quanto ricresce naturalmente, al contrario dei giacimenti petroliferi che si esauriscono, ed è neutra rispetto alle emissioni di CO2 (anidride carbonica): le piante utilizzano per crescere tanta CO2 quanta ne viene immessa in atmosfera durante il loro utilizzo energetico, portando il bilancio complessivo in parità.

Esistono quattro tipologie di caldaie a biomassa, che si differenziano per la biomassa utilizzata o per il tipo di combustione:

  • Caldaie a pellets (scarti di lavorazione di legno, in cilindretti pressati).
  • Caldaie a cippato (pezzettini di legno ed altri residui vegetali secchi ed opportunamente lavorati).
  • Caldaie a legna (ciocchi di legna opportunamente tagliati, preferibilmente secca).
  • Caldaie policombustibili o “bruciatutto”.

L’utilizzo di una caldaia a biomassa può comportare un notevole risparmio economico, rispetto all’utilizzo di altri generatori. Ad esempio, il costo unitario di produzione di energia termica con una caldaia a biomassa è in genere inferiore a quello che si ha con una caldaia a condensazione, consentendo un risparmio complessivo nei costi di esercizio compreso fra il 20 ed il 30%.

Per quanto riguarda l’individuazione del tipo di caldaia a biomassa più adatta per il cliente, conviene scegliere una caldaia a legna o a cippato quando ci si può procurare il combustibile con facilità e con bassi costi di trasporto (in pratica quando esso è disponibile vicino al luogo di installazione), mentre negli altri casi si può scegliere una caldaia a pellet, il quale è disponibile nella maggior parte dei rivenditori di combustibili, materiali edili e bricolage. Generalmente il pellet viene distribuito in sacchi da 15 kg ed il suo prezzo dipende sia dalla provenienza che dalla qualità, avendo comunque sempre un elevato potere calorifico.

 

Ecogen Impianti progetta e installa impianti termici con generatori a biomassa delle migliori marche, fra le quali: Palazzetti, Viessmann, Trotex, Carinci ed altre: contattaci per un preventivo gratuito

Detrazione fiscale

Con la legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205 del 27/12/2017), in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018, le caldaie a biomassa sono ammesse alla detrazione fiscale, nella misura del 50%, sia per sostituzioni che per nuove installazioni in edifici esistenti. La detrazione “per ristrutturazione edilizia” è usufruibile in 10 quote annuali di pari importo.

Maggiori informazioni sulla detrazione fiscale sono reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate al seguente link.

Conto Termico

I generatori a biomassa (quindi non solo le caldaie, ma anche le stufe, i termocamini, le termocucine, gli inserti per camini esistenti), che soddisfano determinati requisiti tecnici, se installati in sostituzione di altri generatori a biomassa (fra cui anche i normali camini a focolare aperto), possono beneficiare, in alternativa alla detrazione, del contributo in “Conto Termico”. Tale contributo viene erogato dal GSE per un periodo di 2 anni per potenze utili inferiori a 35 kW e di 5 anni per potenze utili da 35 kW a 2000 kW. Ad esempio, una caldaia a biomassa con emissioni di particolato primario inferiori o uguali a 15 mg/Nm3, di potenza al focolare pari a 35 kWt, installata a Roma, può ricevere un contributo pari a circa 3.300 euro, in 2 anni.

Maggiori informazioni sul Conto Termico sono reperibili sul sito del GSE al seguente link.

Bando Regione Lazio

Nel Lazio, grazie ad un bando regionale operativo dal 17 ottobre 2017, le caldaie a biomassa legnosa di potenza nominale inferiore a 35 kW, che soddisfano determinati requisiti tecnici (gli stessi di quelli richiesti per accedere al Conto Termico), se installate in sostituzione di altri generatori a biomassa, possono beneficiare, in alternativa alla detrazione ed al Conto Termico, di un finanziamento a fondo perduto di importo pari al 60% delle spese sostenute per realizzare l’intervento.

Condizionatori

I condizionatori sono sistemi a pompa di calore aria-aria, che raffrescano o riscaldano gli ambienti con un ciclo termodinamico, utilizzando cambiamenti di stato (da liquido a gas e viceversa) di un fluido termovettore. Il più comune fra tali fluidi è l’ R410A, ma sarà sempre più diffuso l’ R32, grazie al suo minore “potenziale di riscaldamento globale” o GWP, che dipende dalla quantità di “gas serra” liberati dal fluido.

Il condizionatore solitamente presenta unità separate:

  • un’unità esterna, ospitante il motore del condizionatore e solitamente caratterizzata dalla ventola radiale;
  • una o più unità interne (split), che provvedono a mettere in circolo l’aria, distribuendola nei locali attraverso un’apposita feritoia.

Il riscaldamento degli ambienti si ottiene invertendo il ciclo termodinamico frigorifero.

La climatizzazione, con i condizionatori, avviene per mezzo dell’aria, che viene riscaldata, raffrescata, deumidificata e, per alcuni modelli evoluti, anche umidificata e ricambiata con aria esterna.

I moderni condizionatori sono ad inverter, sono molto silenziosi e hanno bassi consumi, in quanto modulano la potenza assorbita in base al carico termico richiesto.

Alcuni modelli offrono utili caratteristiche aggiuntive, fra le quali:

  • controllo online, per gestire l’unità interna da qualsiasi luogo tramite smartphone o tablet;
  • sensori di presenza, per indirizzare il flusso d’aria in modo intelligente, oppure per climatizzare gli ambienti solo quando sono presenti persone, ed ottenere così un ulteriore risparmio energetico;
  • sistemi di purificazione dell’aria a più stadi, per eliminare polveri, odori, virus, batteri;
  • sistemi di pulizia automatica del filtro;
  • flusso d’aria tridimensionale;
  • funzione “turbo”, per raggiungere la temperatura di comfort in breve tempo;
  • modalità silenziosa, per climatizzare gli ambienti anche durante le ore notturne o di riposo;
  • autodiagnosi, per diagnosticare in automatico eventuali malfunzionamenti.

Ecogen Impianti progetta ed installa impianti di climatizzazione con condizionatori delle migliori marche, fra le quali: Daikin, Mitsubishi, Vaillant, Samsung, Panasonic, LG, Midea, Fujitsu ed altre: contattaci per un preventivo gratuito

Impianti VRV o VRF

Gli impianti VRV rappresentano l’evoluzione degli impianti di condizionamento con più unità interne (multisplit): si utilizzano per un numero di unità interne variabile da un minimo di 5 fino ad alcune centinaia, con unità esterne centralizzate. Combinano le migliori tecnologie dell’efficienza energetica, fra cui:

  • temperatura o volume del refrigerante variabile, con la quale i parametri del refrigerante vengono adattati al carico richiesto, per un comfort ottimale ed un’efficienza stagionale maggiore del 25% rispetto ad altre soluzioni;
  • controlli multizona BMS (Building Management System), anche da remoto, indispensabili in grandi edifici del terziario o commerciali;
  • sistemi di recupero del calore, per produrre contemporaneamente, in ambienti diversi, caldo e freddo (esigenza spesso necessaria nei grandi edifici non residenziali) ed acqua sanitaria, sfruttando il calore di recupero in fase di raffrescamento;
  • unità autopulenti, per aumentare ulteriormente l’efficienza energetica, fino al 50% rispetto alle cassette standard;
  • sensori di presenza per un miglior comfort o per risparmiare energia in assenza di persone nel locale climatizzato;
  • sensori a pavimento ad infrarossi per distribuire più uniformemente la temperatura fra soffitto e pavimento.

Ecogen Impianti progetta e installa impianti di climatizzazione “a temperatura o volume di refrigerante variabile” di tipo VRV o VRF con prodotti delle migliori marche, fra le quali: Daikin, Mitsubishi, Fujitsu, Viessmann e altre: contattaci per un preventivo gratuito

Detrazione fiscale

Con la legge di Bilancio 2018 (Legge n.205 del 27/12/2017), in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018, i condizionatori in pompa di calore ad inverter, inclusi gli impianti VRV-VRF, installati in sostituzione totale o parziale di altri generatori, sono ammessi alla detrazione fiscale del 65% per risparmio energetico, a condizione che il loro COP (Coefficient of Performance, misurato a pieno regime in riscaldamento) sia maggiore di 3,705 e l’ EER (Energy Efficiency Ratio, misurato a pieno regime in raffrescamento) sia maggiore di 3,23. La detrazione del 65% si può ottenere compilando una pratica sul portale ENEA.

I condizionatori con prestazioni inferiori sono comunque ammessi alla detrazione fiscale del 50% per ristrutturazione edilizia. In entrambi i casi, la detrazione è usufruibile in 10 quote annuali di pari importo.

Maggiori informazioni sulla detrazione fiscale sono reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate al seguente link.

Conto Termico

I condizionatori in pompa di calore, inclusi gli impianti VRV-VRF, se installati in sostituzione di generatori esistenti, possono beneficiare, in alternativa alla detrazione, del contributo in “Conto Termico”, erogato dal GSE per un periodo di 2 anni, per potenze utili inferiori a 35 kW, e di 5 anni, per potenze utili da 35 kW a 2000 kW.

Ad esempio, un impianto VRV con 9 unità interne da 12000 BTU ciascuna (circa 31,65 kWt totali), installato a Roma, può ricevere un contributo di circa 4000 euro, in 2 anni.

Maggiori informazioni sul Conto Termico sono reperibili sul sito del GSE al seguente link.

Terminali di emissione

In un impianto termico, i terminali di emissione hanno il compito di emettere l’energia termica (o frigorifera) per il riscaldamento (o il raffrescamento) degli ambienti.

I condizionatori utilizzano come fluido termovettore un gas refrigerante ed emettono aria riscaldata o raffrescata attraverso gli split.

La maggior parte degli impianti termici utilizza invece l’acqua come fluido termovettore e come terminali di emissione quelli di seguito descritti.

Si precisa che anche le spese sostenute per il sottosistema di emissione, così come per i sottosistemi di distribuzione e di regolazione, sono ammesse alla detrazione fiscale, 50% o 65% in base al tipo di generatore installato, essendo parti dell’impianto termico.

La mera sostituzione dei termosifoni usufruisce soltanto della detrazione fiscale del 50% per ristrutturazione edilizia.

Radiatori

I radiatori (o termosifoni) sono il tipo di terminali più diffusi nel patrimonio edilizio esistente, soprattutto in ambito residenziale. Possono essere costruiti in ghisa, acciaio, alluminio. Spesso sono costituiti da elementi, che si assemblano fra loro. All’interno dei radiatori circola il fluido termovettore, che arriva dal generatore attraverso il sottosistema di distribuzione. Le temperature di mandata/ritorno possono essere intorno a 80/60 °C, in impianti dimensionati alcuni decenni fa. Oggi conviene dimensionare più generosamente i radiatori, per sfruttare meglio l’efficienza dei nuovi generatori. Infatti, l’efficienza aumenta al diminuire della temperatura media del fluido termovettore: in particolare, aumenta al diminuire della temperatura di ritorno per caldaie a condensazione, e della temperatura di mandata per le pompe di calore.

Il trasferimento di calore agli ambienti avviene in parte per irraggiamento ed in parte per convenzione.

I radiatori possono essere utilizzati solo in riscaldamento, in quanto in raffrescamento avrebbero una potenza di emissione troppo bassa.

Al termine delle tubazioni di mandata e di ritorno, subito prima dell’ingresso nel radiatore, sono installati rispettivamente una valvola (in genere in alto) e un detentore (in genere in basso).

Come descritto anche nella sezione “Contabilizzazione del calore”, le valvole, se sono del tipo “termostatizzabile” (riconoscibili per l’assenza del “vitone” centrale e la presenza invece di un pistoncino) possono essere integrate da una testa termostatica, che agisce automaticamente, in base alla temperatura rilevata, aprendo o chiudendo l’otturatore della valvola, consentendo così un risparmio energetico, dovuto ad una migliore regolazione della temperatura, che viene mantenuta nell’intorno della temperatura di set-point.

I radiatori, soprattutto quelli installati in vecchi impianti a vaso aperto e privi di defangatore e disareatore, se non lavati regolarmente, tendono ad accumulare depositi, fanghi e calcare al loro interno. Ciò ha come risultato una diminuzione di efficienza e di potenza termica emessa anche superiore al 50%. In questi casi, un lavaggio accurato può essere costoso e non sempre risolutivo, pertanto spesso è conveniente sostituire il termosifone.

 

 

Ecogen Impianti installa e sostituisce radiatori di qualsiasi tipologia: contattaci per un preventivo gratuito

 

Attività complementari all’installazione dei radiatori sono:

  • riparametrizzazione dei ripartitori ;
  • sostituzione di valvole e detentori, anche con impianto in funzione con strumento “congelatubi” ;
  • sfiato dell’aria, sostituzione di valvole di sfiato, installazione di valvole jolly ;
  • installazione di sistemi di termoregolazione con controllo remoto delle temperature, tramite valvole motorizzate, centraline collegate in wi-fi e app per smartphone ;
  • installazione di valvole cronotermostatiche motorizzate ;
  • distacco di radiatori, mediante chiusura con tappi saldati e perizia asseverata di distacco.
Ventilconvettori (fancoil)

I ventilconvettori (o fancoil) sono terminali di emissione dotati di una o due batterie a pacco alettato, in cui circola il fluido termovettore, che arriva dal generatore attraverso il sottosistema di distribuzione. Una ventola a velocità variabile crea un flusso d’aria che, dopo aver attraversato un filtro, investe la batteria, trasferendo così l’energia termica dal fluido termovettore all’aria. La ventola aumenta la convezione, che è l’unica modalità di trasferimento del calore con i fancoil.

In riscaldamento, la temperatura di mandata per i fancoil può variare fra 40 e 50° C, di conseguenza la temperatura di ritorno può variare fra 30 e 40 °C. L’utilizzo di temperature più basse aumenta l’efficienza termica, sia con caldaie a condensazione che con pompe di calore.

I fancoil, a differenza dei radiatori, possono funzionare anche in raffrescamento, che si ottiene mandando acqua refrigerata. In tal caso le temperature di mandata/ritorno possono essere di circa 7/12 °C.

Per funzionare in maniera ottimale, i fancoil hanno bisogno di una portata d’acqua molto più elevata (anche di un ordine di grandezza) rispetto ai radiatori: per questo motivo le tubazioni di distribuzione devono essere dimensionate più generosamente. Le tubazioni devono essere anche coibentate, in particolare se si fa anche raffrescamento per evitare fenomeni di condensa.

 

Con i fancoil la termoregolazione avviene in genere mediante termostati che possono agire su una singola unità o su un gruppo di unità. Il termostato può essere on-off o modulante.

I modelli e le modalità di installazione dei fancoil sono di vario tipo: a pavimento con mobiletto o ad incasso, a parete (anche in versione “slim”, molto sottile), a soffitto, ad incasso in controsoffitto, canalizzabili. Alcuni modelli sono simili esteticamente alle unità interne dei condizionatori, anche se il principio di funzionamento è differente: i fancoil sono terminali di emissione di impianti idronici, nei quali il fluido termovettore è l’acqua, a differenza dei condizionatori nei quali circola un fluido refrigerante.

 

Ecogen Impianti installa e sostituisce ventilconvettori di qualsiasi tipologia, utilizzando le migliori marche, fra cui: Aermec, Galletti, Sabiana, Carrier ed altre: contattaci per un preventivo gratuito

Pannelli radianti

I pannelli radianti sono terminali di emissione a bassa temperatura, costituiti da un circuito idraulico chiuso composto da tubi, posati su pannelli di materiale isolante, nei quali scorre acqua a bassa temperatura (mandata/ritorno di 35/25 °C). La temperatura più bassa rispetto ad altri terminali è determinata da una superficie di emissione molto maggiore, in quanto i pannelli radianti in genere vengono posizionati su tutta la superficie calpestabile dell’abitazione che si intende riscaldare / raffrescare. Abbinati ad una pompa di calore, offrono la possibilità di funzionare in modalità raffrescamento. In questo caso le temperature di mandata/ritorno sono di circa 18/12 °C e si crea un ambiente refrigerato che dà un comfort simile a quello di una cantina.

Gli elementi radianti sono costituiti da tubi in materiale resistente alle alte temperature ed alla pressione meccanica del massetto: le tubazioni sono costruite con materiali multistrato composti da uno strato interno in materiale plastico, una barriera all’ossigeno, in alluminio o in materiale vinilico, e uno strato esterno, in genere dello stesso materiale dello strato interno.  La barriera all’ossigeno, è indispensabile per evitare la formazione di alghe, muffe e fanghi all’interno delle tubazioni, che renderebbero necessarie costose operazioni di lavaggio e manutenzione.

Se l’impianto radiante funziona anche in raffrescamento, si devono adottare opportuni accorgimenti per evitare la formazione di condensa. Uno di questi è il controllo della temperatura di mandata, che viene aumentata quando la temperatura del pavimento sta per raggiungere la temperatura di rugiada. Un altro accorgimento è la deumidificazione con macchine dedicate: questa non è sempre necessaria, in particolare in climi estivi poco umidi e in locali poco affollati, tuttavia conviene sempre prevedere almeno la predisposizione delle tubazioni per alimentare i deumidificatori.

Le temperature medie mandata/ritorno tipiche degli impianti radianti, basse in riscaldamento e alte in raffrescamento, determinano una maggiore efficienza termica, sia quando il generatore è una caldaia a condensazione (in questo caso si fa solo riscaldamento) sia quando è una pompa di calore (riscaldamento / raffrescamento).

La tipologia più diffusa di impianti radianti sono quelli a pavimento ma esistono pannelli radianti anche per soffitto o parete.

E’ importante sapere che, negli impianti radianti, il vero terminale di emissione è il massetto: è fondamentale, quindi, prevederne il giusto spessore, un’ottima conducibilità termica ottenuta con appositi additivi, e che sia posato con competenza ed opportuni accorgimenti, in particolare per prevenire le dilatazioni termiche.

 

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